Premessa
L’agricoltura, nel mondo attuale, sta vivendo dal punto di vista qualitativo una situazione che presenta aspetti variegati con sovrapproduzione di prodotti ma con una ricaduta negativa sull’ambiente e con poca attenzione sanitaria sulla intera filiera produttiva.
Su questa falsariga, l’agricoltura salentina attualmente sopravvive per la produzione di solo olio lampante di scarsa qualità alimentare e commerciale, con conseguenze economiche e sanitarie gravi. Inoltre sul nostro territorio, intere distese di alberi soprattutto monumentali ed di difficile gestione sono in abbandono; gli stessi proprietari attuano pratiche agricole non più come una volta compatibili con l’ambiente, ma fanno uso sconsiderato di anticrittogamici ed erbicidi di altissima pericolosità che danneggiano indirettamente il suolo impoverendolo di humus e salinizzandolo, con una deriva di desertificazione in atto.
Introduzione
Dall’esperienza di un’azione pilota durata sei anni, su un centinaio di alberi di cui metà secolari, si è dedotto che si può uscire dal tunnel della produzione dell’olio lampante, per una produzione di olio extravergine di alta qualità biologica, salvaguardando l’ambiente, tutelando il territorio, le risorse idriche, il suolo ed il paesaggio intero;
Progetto
Il piano attua in questo momento pratiche agricole, quasi completamente sconosciute alla vecchia tradizione locale, con azioni mirate a migliorare ed accelerare la funzione biologica dell’intero sistema naturale, salvaguardando l’ambiente ed il suolo.
1. Abbassamento e riordino degli alberi secolari, oppure intervento di potatura policonica su quelli di medie e basse stature. Ciò è importante per la rivitalizzazione dell’intero albero con migliore vigoria vegetativa e rinforzamento totale ed uniforme dell’intera chioma vegetale. Questo comporta una migliore penetrazione della luce solare in tutte le aree della chioma e una efficiente ventilazione all’interno della stessa. Inoltre, con la seguente impostazione, si trasporta la vegetazione dall’alto verso il basso allargando la chioma. Ciò permette, per la formazione dell’ombra sul terreno, una crescita molto minore delle malerbe sotto albero. Quindi la scuotitura delle ulive, la potatura poliannuale e gli stessi trattamenti fogliari di programma vengono facilitati senza recare spreco di tempo e di materia prima, ma soprattutto il riordino vegetale propone una sicurezza lavorativa agli operatori al di sopra di qualsiasi valutazione di rischio.
2. Durante la potatura degli alberi, tutti i rami, i polloni ed i succhioni vengono ripuliti dalle relative “frunze” terminali e barbe laterali che verranno trinciati sotto l’albero stesso, rilasciando al terreno i residui ricchi di sostanza lignocellulosica; la permanenza nel terreno, nel tempo medio lungo (cinque anni ) comporta un processo di trasformazione biologica in elementi utili per restituirli alla pianta che ne è rimasta priva degli stessi con la potatura. Questo processo porta al miglioramento attivo di tutta la flora e la fauna del terreno, arricchendolo di humus e di sostanze organiche minerali utili e di sostanze ammendanti, per correggere eventuali sfasature chimico fisiche, fondamentali per un metabolismo fisiologico e naturale della pianta. Inoltre, questa azione migliora la struttura del suolo, apportando maggiore circolazione di aria nel terreno e migliore penetrazione dell’acqua piovana. Tutto ciò comporta una azione metabolica ottimale sia del terreno che della stessa pianta per la disponibilità idrica, inoltre produce a livello territoriale una riduzione dell’acqua circolante nei momenti di maggiore piovosità e di alluvioni e quindi un’ assenza di erosione del suolo.
Per quanto riguarda le malerbe, due o tre volte l’anno vengono trinciate perché apportino anch’esse un arricchimento cellulosico al terreno e soprattutto, con i relativi residui si può ottenere una copertura omogenea del terreno preservandolo dall’insolazione estiva, dalla picchettatura della pioggia battente sul terreno evitando così l’erosione del terreno di cui sopra.
3. Per la produzione dell’olio extravergine, fondamentale è la scuotitura diretta dall’albero per restituire una maggiore qualità organolettica e chimico fisica al prodotto che si vuole ottenere; meglio se le ulive vengono fatte cadere tutte dall’albero in un solo intervento, in modo da ottenere maggiore varietà di invaiatura mista con varietà verdi e mature. L’uso delle reti sul tappeto erboso non procura nessun danno all’uliva che cade durante l’intervento di scuotitura. Poiché il tempo di percorrenza tra la raccolta e la frangitura è l’unico che incide sulla eventuale fermentazione dell’uliva, nella nostra esperienza pilota abbiamo ridotto i tempi, attuando la frangitura entro poche ore dalla raccolta.
Il frantoio è una piccola macchina artigianale di 80 Kg/ora, che frange a due fasi (senza emissione di acqua vegetazionale) a temperatura ambiente (a freddo), senza immissione di acqua esterna ma utilizzando l’acqua stessa dell’uliva, ottenendo per cui una maggiore concentrazione di polifenoli e altre sostanze soprattutto aromatiche che non vengono allontanate durante la macinatura.
Anche la sansa residua bagnata, come gli altri scarti del ciclo agricolo produttivo, verrà compostata per essere utilizzata come ammendante sul proprio terreno.
4. I trattamenti biologici fogliari si eseguono periodicamente durante l’anno solare, quelli di natura antinfettiva sono costituiti da solfato di rame prodotto artigianalmente in casa; mentre gli altri sono a base di letame bovino fresco con aggiunte di minerali naturali rocciosi, cenere e terra.
5. Tutti gli scarti ligneocellulosici, come già visto per i residui di fogliame fresco trinciati, rientrano nel riciclo e riutilizzo dei rifiuti speciali agricoli e vengono selezionati a monte dopo la “sfrunzatura” e a valle dopo la trinciatura; quindi saranno riutilizzati per il compostaggio e come legna da ardere di alta e di scarsa qualità commerciale.
Il frantoio è una piccola macchina artigianale di 80 Kg/ora, che frange a due fasi (senza emissione di acqua vegetazionale) a temperatura ambiente (a freddo), senza immissione di acqua esterna ma utilizzando l’acqua stessa dell’uliva, ottenendo per cui una maggiore concentrazione di polifenoli e altre sostanze soprattutto aromatiche che non vengono allontanate durante la macinatura.
Anche la sansa residua bagnata, come gli altri scarti del ciclo agricolo produttivo, verrà compostata per essere utilizzata come ammendante sul proprio terreno.
4. I trattamenti biologici fogliari si eseguono periodicamente durante l’anno solare, quelli di natura antinfettiva sono costituiti da solfato di rame prodotto artigianalmente in casa; mentre gli altri sono a base di letame bovino fresco con aggiunte di minerali naturali rocciosi, cenere e terra.
5. Tutti gli scarti ligneocellulosici, come già visto per i residui di fogliame fresco trinciati, rientrano nel riciclo e riutilizzo dei rifiuti speciali agricoli e vengono selezionati a monte dopo la “sfrunzatura” e a valle dopo la trinciatura; quindi saranno riutilizzati per il compostaggio e come legna da ardere di alta e di scarsa qualità commerciale.
Conclusioni
Con questo piano agricolo si compiono delle azioni di natura ambientale previste dalle direttive e regolamenti CE e dalla Regione Puglia; inoltre agiscono in maniera sinergica per incrementare una migliore fisiologia e rapporto naturale tra massa fogliare e radici trovando nel terreno materia di cui disporre per sintetizzare sostanze indispensabili per la crescita della pianta e migliorare lo stato immunitario e difensivo contro gli attacchi della flora batterica e fungina parassitaria.In questo modo si potrà accedere in futuro ad una certificazione di natura ISO per tutta la filiera della produzione dell’olio extravergine, e contemporaneamente tutelare la sicurezza dei lavoratori nel campo e dentro lo stabilimento produttivo per mettere in evidenza tutti i processi produttivi e migliorarli nel tempo, così si potrà conquistare il mercato che più si avvicina al concetto che la qualità è solo totale.
Questo progetto può essere preso come esempio da trasmettere a tutta la società interessata all’agricoltura in particolare a coloro che producono olio d’oliva; per questo sarebbe opportuno che le tutte amministrazioni indirizzassero sempre di più i giovani agricoltori ad apprendere da esperienze di questo genere, costruendo per esempio una scuola specifica di aggiornamento continuo ed incoraggiarli per il loro futuro con un bagaglio culturale robusto ed efficace.
Dr. Luigi Toma (Biologo-Ecologo)
Con questo piano agricolo si compiono delle azioni di natura ambientale previste dalle direttive e regolamenti CE e dalla Regione Puglia; inoltre agiscono in maniera sinergica per incrementare una migliore fisiologia e rapporto naturale tra massa fogliare e radici trovando nel terreno materia di cui disporre per sintetizzare sostanze indispensabili per la crescita della pianta e migliorare lo stato immunitario e difensivo contro gli attacchi della flora batterica e fungina parassitaria.In questo modo si potrà accedere in futuro ad una certificazione di natura ISO per tutta la filiera della produzione dell’olio extravergine, e contemporaneamente tutelare la sicurezza dei lavoratori nel campo e dentro lo stabilimento produttivo per mettere in evidenza tutti i processi produttivi e migliorarli nel tempo, così si potrà conquistare il mercato che più si avvicina al concetto che la qualità è solo totale.
Questo progetto può essere preso come esempio da trasmettere a tutta la società interessata all’agricoltura in particolare a coloro che producono olio d’oliva; per questo sarebbe opportuno che le tutte amministrazioni indirizzassero sempre di più i giovani agricoltori ad apprendere da esperienze di questo genere, costruendo per esempio una scuola specifica di aggiornamento continuo ed incoraggiarli per il loro futuro con un bagaglio culturale robusto ed efficace.
Dr. Luigi Toma (Biologo-Ecologo)