Sembravamo un po’ sprovveduti quando il primo anno andammo a Milano per parlare del nostro progetto. Dopo l’atterraggio a Orio al Serio scendemmo dal pullman che ci aveva portato alla Stazione Centrale con il nostro trolley pieno di cartoline e di bottiglie d’olio, con la paura di averle rotte durante il trasporto nella stiva dell’aereo. Onestamente poi, ci sembrava strano essere invitati a parlare durante una rassegna così importante, catapultati in Lombardia ancora stravolti dalla prima raccolta pubblica di Lampa! conclusa da poco. Anche quest’anno siamo arrivati a Milano con il nostro trolley carico. Ma l’abbiamo fatto un giorno prima che cominciasse Olio Officina Food Festival, manifestazione che si svolge nel Palazzo delle Stelline e che rappresenta un’importante piattaforma di discussione sulle dinamiche olivicole. Dibattiti, incontri degustativi, stand espositivi si distribuiscono tra le diverse sale del palazzo e offrono un’ampia panoramica, culturale, politica, economica, agronomica sulla produzione di oli. Lo scorso anno, la nostra presenza è coincisa con la partecipazione al concorso “Le forme dell’olio”, nel corso del quale ci siamo classificati secondi con la nostra cassettina con l’olio per lume e il volume “Storie Lampanti”. Quella è stata l’occasione per puntare l’attenzione sull’innovazione sociale del nostro prodotto, sulla volontà di guardare al territorio tenendo presente la sua storia e le dinamiche storico politiche che ne hanno condizionato le evoluzioni produttive. Quest’anno, dicevamo, siamo arrivati un giorno prima che iniziasse il festival. Questo perché nella sala Chagall, lungo i corridoi del chiostro, abbiamo allestito la “sala sensoriale”. Un esperimento nato da un’idea di Luigi Caricato e realizzato per Abitare i Paduli dal gruppo VHS con il sostegno della Regione Puglia. Il lavoro che ne è nato è stato “Oleum. Olio a quattro schermi”. Un racconto di viaggio e di lavoro in cui è possibile immergersi nelle emozioni della raccolta, tra i suoi rumori, i suoi colori, i suoi profumi, muovendosi sulla nostra Ape lungo i sentieri dei Paduli, tra i muretti a secco e le file ininterrotte di uliveti secolari. In Oleum è raccontata l’esperienza della raccolta. Abbiamo provato a rendere il lavoro un’esperienza estetica, farne emergere le emozioni, lasciando lo spettatore sotto una pioggia di olive violacee, seguendo una storia con una struttura circolare, in cui la fine idealmente coincide con un nuovo inizio. Dall’alba al tramonto, dalla raccolta alla spremitura, tra abbacchiatori, api, trattori, frantoi. Con uno sguardo dinamico lungo un circuito che costantemente si rinnova. Oleum è un perenne primo piano sulle mani. Loro ci dicono dell’importanza del contatto e dell’interazione equilibrata tra uomo e natura, vogliono essere un invito a non andare troppo oltre i limiti, a rimanere in relazione, a non perdere la cognizione della realtà. Perché di olio si vive e perché l’oliveto regala emozioni. Giorgio Ruggeri
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Candidato Italiano al Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa 2014-2015
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Novembre 2017
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